Quando un magistrato si candida alle elezioni si deve autosospendere obbligatoriamente dalla sua professione che può riprendere al termine del mandato.E' la legge a stabilirlo.
Non avviene lo stesso per gli avvocati.Anzi è ormai diventata prassi da alcune legislature che i più noti e ricchi legali italiani siano contemporaneamente anche parlamentari della Repubblica: deputati o senatori.Tra i nomi più famosi che mi vengono subito in mente Carlo Taormina, Niccolò Ghedini, Giulia Bongiorno, Gaetano Pecorella, Domenico Contestabile (centro destra) ma potrei citare anche Vincenzo Siniscalchi (centro sinistra). L'elenco completo è lungo e assolutamente bipartisan, mi fermo solo ai più famosi.Basta guardare i siti internet di Camera e Senato e vedere la professione dei parlamentari.
La mia opinione è che per analogia con quanto già avviene con i magistrati sia necessario introdurre una nuova norma che vieti a chi diventa parlamentare di esercitare contemporaneamente anche la professione di avvocato.
E' una questione di oppurtunità che a mio modesto avviso dovrebbe valere per tutti, erga omnes (indipendentemente dallo schieramento di appartenenza).Si tratta di una professione, quella di avvocato o quella dell'incarico parlamentare che oggettivamente richiedono entrambe un impegno a tempo pieno.Le motivazioni di questa mia proposta di Incompatibilità (da stabilire per legge) ritengo siano davvero forti e fondate.La "ratio" di questo possibile provvedimento è assolutamente logica e palese.
La motivazione più evidente è che una persona impegnata ad essere presente nelle aule di giustizia per difendere un assistito non può contemporaneamente garantire la sua presenza nelle aule parlamentari e quindi di fatto ha un oggettivo impedimento a svolgere bene il mandato di rappresentante del popolo.
L'avvocato che è anche parlamentare inoltre di fatto viene ad avere dei vantaggi in più nell'esercizio della professione rispetto ai suoi colleghi legali e dunque tende a squilibrare la giustizia in favore dei più abbienti e dunque dei più potenti.Si crea una disparità evidente nella difesa.Pensate solo alle apparizioni televisive di cui può godere un parlamentare e dunque del fatto che questo possano influire anche all'interno di una causa o di un procedimento giudiziario in corso.Aggiungo il fatto che i parlamentari esercitano il potere legislatico dunque possono direttamente contribuire alla produzione di norme giuridiche che potrebbero influire nel procedimenti penali in cui rappresentano una parte.Un conflitto d'interesse palese dunque.
C'è poi anche la questione economica.E' giusto che ai compensi di avvocato si assomino pure quelli da parlamentare?
Mi rendo conto che l'eventuale approvazione di una norma simile sconvolgerebbe la composizione delle Camere.Non a caso mi sembra proprio che mai nessuno ( o quasi) ci abbia pensato.
Frugando su internet qualcosa ho trovato sull'argomento, davvero poco comunque.Poche ma autorevoli (molto autorevoli) voci ci sono.
Un articolo del Corriere della Sera del 14 marzo 2006, questo il link
archiviostorico.corriere.it/2006/marzo/14/
Fanfani_regole_per_gli_avvocati_co_9_060314037.shtml
cita una proposta di legge, sarebbe davvero bello che qualcuno la ripresentasse (del 2006 dunque decaduta) di un deputato dell'allora Margherita, Giuseppe Fanfani.Nell'articolo veniva commentata l'idea dell'incompatibilità Avvocati-Parlamentari lanciata sullo stesso quotidiano milanese da Vittorio Grevi.
Grevi non è uno qualsiasi.
Nato a Pavia il 2 settembre 1942, laureato in giurisprudenza nell'Università di Pavia nel 1965, assistente ordinario di Istituzioni di diritto e procedura penale (dal 1969), è professore ordinario a tempo pieno di Procedura penale nella Facoltà di giurisprudenza dell'Ateneo pavese (dal 1974), dopo aver insegnato la stessa materia nella facoltà di giurisprudenza dell'Università di Macerata (1971-75). Socio fondatore e segretario (dal 1985 al 1997) dell'Associazione tra gli studiosi del processo penale è attualmente uno dei tre membri italiani (insieme a Giorgio Marinucci e Giuliano Vassalli) della Fondation internationale pénale et pénitentiaire.
Nel video qua sopra vedete invece uno dei tanti attuali parlamentari-avvocati che è pure attualmente anche la Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati Giulia Bongiorno (Alleanza Nazionale) e legale del collegio difensivo di Raffaele Sollecito, imputato nel processo sull'omicidio di Meredith Kercher a Perugia.
Voi cosa ne pensate? E' giusto che una persona sia contemporaneamente deputato e avvocato?
E' ragionevole o meno che un parlamentare faccia "solo" l'onorevole?
Siete d'accordo con una nuova legge (che potrebbe essere di iniziativa popolare) che contenga l'incompatibilità assoluta tra professione forense e mandato parlamentare?