sabato, dicembre 05, 2009

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mercoledì, dicembre 02, 2009

Fuorionda e intervista:
Alfredo Vaccarella, Studio Aperto
“COGNOME INGOMBRANTE,
MA NON SONO RACCOMANDATO”
come si “macinano le news"

(Clip musicale in fuorionda)

Otto anni di precariato al quotidiano di Roma il Tempo prima dell’assunzione e poi la Tv. Alfredo Vaccarella di Studio Aperto in questa intervista esclusiva racconta la sua esperienza pre-piccolo schermo, svela alcuni retroscena della sua attività giornalistica e replica anche ad alcune pesanti critiche dovute a quello che lui stesso definisce “un cognome ingombrante”. Ecco l’intervista completa.
1)Raccontaci della tua storia giornalistica. Quali esperienze hai avuto prima di Studio Aperto ?
1) Studiavo giurisprundenza quando sono stato fulminato sulla via di Damasco del giornalismo. Era il '92 quando iniziai a collaborare con Il Tempo, una gavetta durissima. Il primo anno ho proposto almeno un articolo al giorno, più di trecento pezzi, per vederne pubblicati appena otto; poi il vento ha cominciato a girare quando ho iniziato a occuparmi di giudiziaria dalla Cassazione, trovando qualche sentenza che ha fatto epoca. In piena onestà devo dire che non era troppo difficile, ero da solo in Cassazione, e il linguaggio tecnico-giuridico non mi turbava. Poi sono passato alla nera ed ho scoperto la mia vera passione. Nel frattempo, da esterno, ho collaborato con qualche altro giornaletto di quartiere, ho fatto l'addetto stampa dell'ordine degli avvocati, ho scribacchiato qui e là con altre firme sempre mantenendo la collaborazione a Il Tempo. Poi il percorso classico. Dopo otto anni l'assunzione come praticante, gli esami da professionista, la conferma come redattore prima nomina, e via così, fino a diventare vice capocronista e capo della cronaca nera. Nel 2001 o 2002 avevo già avuto dei contatti con Mediaset, ma offrivano solo contrattini; poi sono passato a Studio Aperto nel 2007

2 Marco Travaglio su L’Unità del 6 maggio 2007 ti ha dato del raccomandato perché sei figlio del giudice costituzionale Romano Vaccarella . Ti giriamo la domanda: sei “raccomandato” ?
2) Ricordo che Travaglio scriveva pure che ero un cronista serio e preparato, bontà sua. Il fatto di avere un cognome ingombrante, come del resto altri che fanno questo mestiere, non necessariamente significa essere raccomandati. Esattamente come non per forza sarebbe raccomandato un eventuale figlio di Travaglio che dovesse un domani accostarsi al giornalismo o, perché no, una giovane principessa che dovesse firmare articoli su un importante quotidiano nazionale. Per me conta il curriculum e quello che si mette in pagina, le notizie che si portano, gli scoop, il modo di scrivere. Se fossi stato raccomandato davvero, al Tempo sarei entrato subito, e non dopo otto anni da precario. Anzi, magari sarei entrato a Mediaset direttamente nel '92 e non dopo quindici anni sul marciapiede. Marciapiede della cronaca, s'intende...

( Alfredo segue per Studio Aperto il processo di Perugia)
3) Quali fatti-notizie ti hanno emozionato di più nella tua attività ?
Notizie da prima pagina ma anche trafiletti da dieci righe. Negli ultimi tempi l'omicidio di Meredith a Perugia, l'emergenza rifiuti a Napoli, il terremoto all'Aquila. E però alle volte ricordo con nostalgia storielle di cronache che il grande pubblico ha dimenticato o non ha mai conosciuto. Una notte mi chiamò un agente di una volante, avevano il problema di un tossicodipendente che si era arrampicato oltre la recizione di un ponte e minacciava di buttarsi sulla ferrovia se non gli portavano un giornalista. Treni fermi, polizia dappertutto, pompieri. Presi la moto alle 3 di notte, andai e ci parlai: drogato lui, drogata la moglie, un figlioletto di otto mesi, vivevano in macchina perché gli avevano tolto la casa popolare che avevano occupato. Gli promisi che avrei scritto la sua storia e lui scese: quando guardi uno negli occhi in queste situazioni, queste esperienze ti restano dentro. Il giorno dopo ho dovuto fare fuoco e fiamme per scrivere un pezzo da 60 righe: come si dice?, la storia non era "notiziabile". E però la notizia l'ho data. So che poi il Comune l'ha convocato, e lui tramite quel poliziotto mi ha ringraziato. Ci penso spesso, a questa storia, che in fondo racconta il bello e il brutto di questo mestiere che facciamo: forse un mio articolo per una volta è servito a qualcosa, ed è il bello; di quel ragazzo e della sua famiglia poi non ho saputo più niente, ed è il brutto. Noi siamo macchine che macinano notizie. Ma anche le notizie macinano noi.


(Blob di Fuorionda News con la partecipazione anche di Alfredo Vaccarella)
4) Sei passato in video diverse volte sul mio Blog. Che pensi di Fuorionda News ?

4) Il blog è fantastico, ben fatto tecnicamente, molto curato. Ma l'aspetto che mi convince maggiormente è proprio questo: la possibilità di mostrare l'uomo che c'è dietro la faccia che va in televisione. Queste interviste che fai, e le sai fare bene, qualora uno voglia rispondere senza mettersi maschere, permettono di tirare fuori qualcosa di reale. Se poi il pubblico ha la pazienza di leggerle, questo è un altro paio di maniche. Certo, uno po' mi turba l'elemento di divismo che c'è dietro. Mi spiego: venendo dalla carta stampata ed essendo relativamente poco "televisivo", mi sento strano nel rilasciare un'intervista. C'è una vocina che mi dice: ma davvero a qualcuno interessa chi sei e cosa hai fatto? Rifiutare l'intervista però mi sarebbe sembrato davvero molto, troppo snob. Per cui rispondo, metto a verbale questa mio tiepido tentativo di schermirmi ed eccoci qui.


(Alcuni stand-up fuorionda di Alfredo Vaccarella e da Perugia con Roberto Tallei di Sky Tg 24)
5) Ti abbiamo visto molte volte in fuorionda con la sigaretta accesa. Quante ne fumi al giorno ?
5) Troppe sigarette, troppe. Ma prima o poi smetterò.
(Graziea ad Alfredo Vaccarella per la disponibilità)

Intervista esclusiva/Roberta Badaloni Rai-TG1
IL CRONISTA AL SERVIZIO DELLA NOTIZIA
FUORIONDA NEWS ? ”IDEA FANTASTICA”

Appassionarsi a quello che si racconta è un pregio che non tutti i giornalisti hanno, ma che lei sicuramente possiede. Giornalista professionista dal 2000 ha mosso i primi passi nel mondo del giornalismo all'emittente laziale GBR per poi passare, dopo la laurea in giurisprudenza, al Tg di Rai Uno. Roberta Badaloni ha iniziato al Tg1 della Rai con una sostituzione ed oggi è sicuramente una delle consolidate punte di diamante del telegiornale number one di Mamma Rai. Da Focus, Miti di Oggi, Tv7 notevole il suo contributo alle varie rubriche del Telegiornale del primo canale della Tv di stato, redazione società.
PER SPECIALE TG1 HAI RECENTEMENTE REALIZZATO UNA INCHIESTA SULLE NOTTI BRAVE DEI GIOVANISSIMI, SBALLI TRA ALCOOL E DROGHE…COSA TI HA COLPITO DI PIU’?


La puntata di speciale tg1 si chiamava “omicidio al volante”. Era dedicata agli incidenti stradali. Lo sballo dei giovani lo abbiamo seguito in questa ottica, partendo da un dato dell’itituto superiore sanita’ che attribuisce all’alcool e alle droghe piu’ del 40 per cento di tutti gli incidenti stradali.Focalizzare qualcosa che mi abbia colpito di piu’ quella notte, non e’ facile. Io non so se le immagini che abbiamo trasmesso, dovutamente offuscate e schermate, abbiano reso effettivamente l’aspetto piu’ drammatico di quelle situazioni. Abbiamo visto i locali riempirsi di giovani euforici. Abbiamo visto gli stessi giovani trasformarsi ora dopo ora. Li abbiamo visti perdere ogni forma di autocontrollo, di dignita’, di rispetto per se stessi. Mi ha colpito lo scenario di leggerezza e di incoscienza nel quale avveniva tutto questo. Abbiamo filmato una ragazza che tremava e gridava mentre gli amici la guardavano divertiti. C’erano giovani in terra, in ogni locale dove siamo stati. E in terra sarebbero rimasti, se non fosse stato per l’intervento degli uomini della sicurezza. Non era nostra intenzione indagare sul perche’ di tanta follia. Volevamo solo capire in che stato il sabato notte ci si metteva alla guida dopo tanti eccessi. Non credo che la sicurezza stradale sia una priorita’ per molti. Dalle cinque del mattino in poi abbiamo visto persone palesemente non sobrie raggiungere a fatica le auto e mettersi alla guida.Una cosa mi preme dire, per correttezza di cronaca. Non solo giovani; ci sono adulti che sono molto peggio dei giovani. Ultra-cinquantenni vestiti alla moda ubriachi e barcollanti. Anche loro hanno guidato senza porsi il minimo problema. A volte l’esempio peggiore arriva proprio da chi, al contrario dovrebbe avere qualche responsabilita’ in piu’.


(Il servizio per il Tg1 di Roberta Badaloni su Carlo Parlanti)

HAI INTERVISTATO CARLO PARLANTI, L’ITALIANO DETENUTO E CONDANNATO NEGLI STATI UNITI PER STUPRO E CHE DA ANNI SI PROFESSA INNOCENTE CHIEDENDO GIUSTIZIA. COME E’ NATO QUESTO SERVIZIO?

Mi sono interessata alla vicenda di Parlanti curiosando sul sito di “prigionieri nel silenzio”. Un’associazione che segue le storie degli italiani detenuti in Paesi stranieri.E’ impressionante scoprire per esempio che sono tantissimi i connazionali che si trovano in carceri straniere e scoprire che molti erano partiti per una semplice vacanza e non sono piu’ tornati. La storia di Carlo mi aveva colpito piu’ delle altre. Non solo per l’accusa gravissima, lo stupro ,ma anche per il fatto che la sua fidanzata Katia Anedda , non aveva mai smesso in tanti anni di lottare per lui. La vicenda poi, aveva dell’incredibile. Carlo era stato accusato da una donna americana che a sua volta aveva gia’ accusato di stupro l’ex marito, americano anche lui. Ma in quel processo i giudici la ritennero inidonea a testimoniare in quanto affetta da patologie di disturbo della personalita’. Nel giudizio contro Parlanti , solo qualche anno dopo invece, venne ritenuta guarita ed affidabile.Io non so se Carlo Parlanti sia innocente o colpevole . C’e’ stato un processo, c’e’ una sentenza e mi rimetto a quella. Pero’ mi e’ sembrato giusto divulgare la sua storia. Portarla a conoscenza del pubblico cosi’ come Parlanti chiedeva da sempre. Voleva rivolgersi direttamente ai suoi connazionali e lo ha fatto, dal carcere di Avenal in California. Dopo la sua intervista molti telespettatori hanno chiamato l’associazione e scritto lettere a Carlo. La sua battaglia continua, ora si aspetta l’esito di altri gradi di giudizio.


COME SI SVOLGE LA TUA GIORNATA IN REDAZIONE?


Non esiste una giornata “tipo”. Tutto puo’ accadere, anche in una redazione come la mia , che segue il sociale e non i fatti stretti di cronaca. Se si sta seguendo un argomento specifico che e’ in continua evoluzione come in questo periodo l’influenza A, bisogna essere pronti a documentare momento per momento l’evolversi della situazione. Noi curiamo anche il taglio basso del giornale, il costume, le tendenze,l’aspetto sociale in senso stretto. La mattina prima della riunione ufficiale del tg ,incontriamo il nostro caporedattore, Marco Franzelli e facciamo una prima scaletta di possibili pezzi.


CHE CONSIGLIO PUOI DARE AD UN GIOVANISSIMO CHE OGGI VUOLE FARE IL GIORNALISTA?
Di portare avanti la propria passione . Il mio consiglio , in due parole e’ : umilta’ e sobrieta’. Imparare a porsi di fronte a fatti, cose e persone con il giusto rispetto e senza preconcetti ed ideologie. Imparare a scrivere per tutti , creando le giuste condizioni affinche’ chiunque possa formarsi una libera opinione ed un libero convincimento su fatti e situazioni. Non cadere nella trappola delle lusinghe di un mestiere come il giornalismo, soprattutto quello televisivo. Imparare che il cronista non e’ e non deve mai essere al centro di una notizia ma al servizio della stessa.

CHE NE PENSI DEL MIO BLOG FUORIONDA NEWS ?
Bellissimo e molto divertente.E' stato un piacere scoprirlo. Ho passato un intero pomeriggio a curiosare tra video e interviste. L'idea e' fantastica ma e' soprattutto il tono garbato e mai volgare che rende questo blog curioso e piacevole.
(Grazie a Roberta Badaloni per la disponibilità).