lunedì, marzo 22, 2010

Esclusivo
Intervista a Tiziana Prezzo di Sky Tg 24
MAMMA...LA TURCA !
Telegiornalista a tutto campo

Torna su questo Blog dopo un’incomprensione. E ci torna non solo con i suoi simpatici fuorionda, ma anche con la sua serietà professionale. Tiziana Prezzo di Sky Tg 24 qualche settimana fa a Torino, all’indomani della sentenza del processo contro David Mills, (che vede come coimputato Silvio Berlusconi) è riuscita a mettere in difficoltà il presidente del Consiglio.La sua domanda, la vedete in video qua sopra è puntale e precisa, come raramente si vede in una conferenza stampa del Presidente del Consiglio. E il premier-come potete constatare- è costretto a ripetere due volte : “..non so, non so..”. Lei lavora alla redazione milanese del canale all news di Emilio Carelli, ma ha una spiccata propensione per gli esteri, la Turchia in particolare, tanto che cura su Blogsfere un bel Blog che si chiama “Cose Turchehttp://coseturche.blogosfere.it/

( Foto di Tiziana Prezzo)

Nel mese scorso è stata ad Haiti dopo il drammatico terremoto a dare il cambio alla collega Liliana Faccioli Pintozzi, che anche lei abbiamo recentemente intervistato. Nell' intervista ci racconta di quest'ultima esperienza internazionale, della sua brillante carriera giornalistica, il suo parere sull'informazione televisiva in Italia e tanti retroscena della sua attività.




(Simpatico nostro fuorionda esclusivo da Malpensa)

Ecco l'intervista completa.
1) Raccontaci la tua carriera giornalistica sino ad arrivare a Sky Tg 24.


Ho iniziato per caso. In realtà pensavo di voler fare la carriera diplomatica, ma... forse... non ho alcune delle doti necessarie per lavorare in diplomazia... Sono sempre stata appassionata di cinema. Così, quasi per gioco, con Gianni Canova - che è uno dei più bravi critici cinematografici d'Italia - ho cominciato a scrivere. Erano gli anni del boom di Internet: non è stato difficile trovare un posto, come co.co.co., in quell'ambito. Lo trovai in una società, la Uomini e affari, che offriva contenuti a Mediaset online, diventato poi Tgcom. Siccome potevo collaborare con altre testate, scrivevo anche per un piccolo quotidiano fondato da un caporedattore del Sole24ore, Marco Barbieri: uomo ambizioso e intelligente, di cui non necessariamente condividevo tutte le idee. Il quotidiano si chiamava ".com". Andai lì perché mi offrivano un praticantato in redazione: bene raro e preziosissimo. Marco sapeva che mi piacevano gli esteri, e appena poteva, mi dava la possibilità di occuparmene. Proprio con un lavoro di esteri feci un piccolo "scoop", per cui mi invitarono a una puntata di Unomattina a Roma. In collegamento da Torino c'era l'allora condirettore della Stampa Gianni Riotta. Cominciai a subissarlo di idee dal giorno dopo. Avevo 27 anni e mi dissi: ora o mai più. Fatto l'esame da professionista, rinunciai al posto fisso per collaborare a pezzo per la Stampa. Gigi Zazzeri, adesso caporedattore centrale ad A, era allora il caporedattore della nascente redazione milanese della Stampa. Mi disse: "Sei pazza. Completamente pazza. Non si rinuncia a un art. 1 per collaborare a pezzo. Comunque sia, se sei decisa, cominciamo". Mi trovai benissimo con lui e con Paolo Colonello, suo vice e grandissimo segugio della giudiziaria milanese. Dopo qualche mese Gigi mi chiamò nel suo ufficio e mi disse queste parole: "Quando ti ho conosciuto pensavo fossi pazza. Poi ho scoperto che nella tua follia c'è del metodo". Mi assunsero due mesi e mezzo dopo che avevo cominciato a collaborare. Ero felice come non mai. Dopo la Stampa, Sky, dove sono dalla primissima ora.


2)Come è nato l'amore per la Turchia ?

La Turchia è un paese estremamente affascinante per un giornalista. E' a un passo dal nostro Paese ma pochissimi la conoscono veramente. I preconcetti - di cui sono stata vittima in prima persona nonostante creda di essere di vedute abbastanza larghe - si sprecano. Per questo, avendone la possibilità, è molto bello cercare di raccontarla, di "spiegarla". Anche se "spiegare" la Turchia, che è tutto e il contrario di tutto, è un'impresa tutt'altro che facile! Il mio amore è nato "studiandola" prima di tutto sui libri, documentandomi prima di una trasferta che mi aveva annunciato con largo anticipo il mio direttore, Emilio Carelli. Una volta arrivata a Istanbul è stato amore a prima vista: secondo me, insieme a Roma, è la città più bella al mondo. Nel 2008 (quando tu hai cominciato a fare danni in Italia...) mi son presa un anno sabbatico e ho lavorato lì come corrispondente per la Stampa, Panorama e altre testate. E' stata un'esperienza eccezionale. Andavo anche a scuola: mi diverte moltissimo imparare altre lingue. Mi piace scrivere e ho viaggiato in diversi Paesi dell'area: Cipro, l'Iraq, la Georgia... Pochi soldi ma grandi emozioni.


(Tiziana Prezzo nella residenza di Saddam-Iraq)

3)Qualche settimana fa c'è stato in Turchia un tentativo di Golpe, in quel paese la democrazia è a rischio e cosa pensi dell'ingresso del suo discusso ingresso nell'Unione Europea?


Il discorso è molto complesso e ogni volta che mi invitano a programmi radiofonici o a conferenze ripeto un concetto che per me è essenziale: la Turchia è un paese rigidamente laico e ha un sistema democratico, ma il "sentire democratico", i principi democratici mancano nella testa delle persone. I veri democratici in Turchia si contano, a mio personalissimo avviso, sulla punta delle dita. Detto questo: non c'è nessun rischio di golpe in Turchia. Come sono stati trattati gli ultimi avvenimenti da parte della stampa italiana mi ha fatto un po' sorridere: sembrava che ci fossero i carrarmati pronti a scendere in strada. Non è così. E' un discorso lunghissimo e non ti voglio ammorbare uleriormente! Penso che Turchia e Ue si stiano perdendo, con grave danno per entrambe. Se non si correrà ai ripari, una grande occasione di crescita per entrambe sarà persa forse per sempre.


(Tiziana Prezzo sul cammello)

4) Raccontaci qualcosa della tua esperienza come inviata ad Haiti.Cosa ti è rimasto più impresso di quella drammatica situazione.

Da un punto di vista professionale è stata un'esperienza eccezionale, perché ero proprio immersa nella realtà in cui mi trovavo: ero in mezzo alla gente,ero con loro in tutto e per tutto. Ho evitato quel terribile "effetto acquario" che avevo invece provato andando "embedded" in Afghanistan. Un'esperienza, quella, che mi aveva aiutato a capire alcune cose della realtà militare, ma non aveva certo soddisfatto la mia sete di conoscere la terra,la gente, di sentirmi "parte del contesto". Ad Haiti non mi hanno sconvolto i cadaveri, non mi ha sconvolto la distruzione. Mi ha fatto invece autenticamente male pensare a come era già Port au Prince prima del terremoto. La povertà di PaP fai fatica a razionalizzarla: è tale percui i cadaveri si accatastano in obitori maleodoranti perchè la gente non ha i soldi per dare ai propri congiunti, ai propri figli, degna sepoltura. Da noi si rovista per cercare un maglione su uno scaffale di un negozio, da loro per trovare un corpo conosciuto. Questo pensiero, una sera mentre ero lì, mi mandò profondamente in crisi: misono dovuta allontanare e stare un po' da sola.

5) Quanto è libera l'informazione televisiva in Italia oggi?


I mali dell'informazione televisiva italiana sono diversi. Tra questi ANCHE la scarsa libertà. Pochissimi sono gli spazi non ideologizzati dove si fanno domande scomode, pochissmi i programmi di inchiesta. Il giornalismo di inchiesta, di "denuncia" è un animale in estinzione nel giornalismo italiano in generale. In televisione non ne parliamo. Ma non credo solo per questioni di censura. Anche dove non c'è un filtro STRUTTURATO, ci sono problemi di "budget", parola tremenda, e poi ci vuole, testa, molta preparazione, tempo e coraggio. Tutti elementi che la tv tende ad escludere. Non ridere, ma ogni tanto, per ricordarmi perché faccio questo lavoro, guardo un film: "tutti gli uomini del presidente". Suonerà patetico. Ma che ci vuoi fa'.





6) Cosa pensi del mio blog oggi?
Quello che ho sempre pensato. Penso che, una volta che i giornalisti tv ti hanno conosciuto, sanno che c'è il "rischio" che tu sia in ascolto. E quindi non sono autentici. Stanno bene attenti a quello che dicono, non si lasciano andare a commenti inappropriati che destinano ad altre sedi. Magari si sforzano persino di essere simpatici. Non era certo nelle tue intenzioni, ma per me il tuo blog solletica un sacco il narcisismo di molti giornalisti tv italiani. Ma potrei benissimo sbagliarmi, eh. Perché non amplifichi la sezione stranieri? Così si vede come lavorano gli altri che, oltretutto, non sanno di te. Magari ci scappa anche qualcosa da imparare.
Sentire altre lingue, poi, è così divertente...

Grazia a Tiziana per la disponibilità.

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