sabato, aprile 10, 2010

Intervista: Fabrizio Falconi
"SCRIVERE LIBRI DA PIU' LIBERTA' "
da Paese Sera alla neo Agenzia Mediaset

(Fuorionda di Fabrizio Falconi)
Incontriamo volentieri ancora uno dei protagonisti della rivoluzione in casa Mediaset.Un uomo dalla grande esperienza giornalistica con tutti i mezzi (radio, carta stampata e tv) e con tutti i network (Rai, Mediaset, TMC).
Dal primo Marzo scorso Fabrizio Falconi si dedica completamente alla nuova “creatura” delle notizie di casa Mediaset: l’Agenzia News Mediaset.Ecco l’intervista.
1) Puoi raccontarci la tua carriera giornalistica fino al tuo arrivo a News Mediaset ?
Beh ho iniziato molto presto. Prima con le radio private romane, poi con la RAI. In Rai ho lavorato per undici anni, fino al '92. Ho cominciato con RaistereoUno, poi per sette anni con Radiodue, diretto da Corrado Guerzoni, che è stato il mio grande maestro di giornalismo, insieme a Lidia Motta, la mitica capostruttura di allora. Poi nell'89 sono passato in televisione, prima per un anno a Telemontecarlo, dove ho condotto l'edizione del TG, poi a Mixer, con Giovanni Minoli, dove ho fatto reportages e servizi. In Mediaset sono arrivato nel '92, chiamato da Emilio Fede che aveva visto alcuni di questi servizi e mi ha assunto come cronista. Adesso lavoro invece nella 'line' romana della Agenzia News Mediaset che fornisce i contenuti di cronaca e di spettacolo a tutte le altre testate del gruppo, comprese quelle on line, che rappresentano un po' il futuro dell'informazione.


2)Hai collaborato anche con Paese Sera, che è stato un giornale d’opinione ben schierato a sinistra. Che esperienza è stata, cosa ti ha dato ?

Ho lavorato molto per la carta stampata. Panorama, Manifesto, Paese Sera, soprattutto nei settori di cultura e spettacolo. La carta stampata è sempre la migliore palestra, per imparare a scrivere un buon pezzo. Poi, nella mia vita ho lavorato con molti, diversi editori. Un giornalista dovrebbe sempre - a prescindere da chi è il suo editore - limitarsi a fare il proprio mestiere, che è quello di andare sui posti e riferire quello che vede, cercare di raccontarlo nel modo migliore possibile, perché chi è casa, chi legge un pezzo, o chi lo vede in televisione, possa essere informato.
3) Hai scritto vari libri, uno anche dedicato a Bin Laden. Pensi che sia ancora in vita ? Se si, come mai non è mai stato catturato e che ne pensi della tesi secondo la quale anche se fosse morto alla Cia farebbe comodo “mantenerlo” in vita comunque ?
La vicenda di Bin Laden è molto complicata ed è difficile parlarne in poche righe. Noi realizzammo un libro scritto con il collega Antonello Sette subito dopo il crollo delle Torri Gemelle. I lati oscuri che circondano il personaggio Bin Laden e le strategie di Al Qaeda sono molti, ed è difficile farsi una opinione precisa. Io ho seri dubbi che sia ancora vivo - più che altro perché le sue condizioni di salute non erano buone, già all'epoca - o che sia ancora lui a 'dettare la linea' della organizzazione. Certo, la cosa davvero inquietante è che - come sappiamo - l'intera guerra in Afghanistan fu proclamata da Bush con l'intento di debellare Al Qaeda e di catturare Bin Laden. Nessuno dei due obiettivi fu ottenuto, e in special modo, Bin Laden si volatilizzò come una 'primula rossa' quando ormai le autorità militari americane lo davano per spacciato nelle famose grotte di Tora Bora che erano circondate dai reparti statunitensi.

4) Cosa c’è nel tuo futuro di scrittore: altri romanzi, saggi ?
Coltivo l'attività di scrittore/saggista parallelamente a quella di giornalista. Ho scritto diversi libri, finora, e altri sono in cantiere. Scrivere è qualcosa di completamente diverso dal mestiere di giornalista. Per me, sono due mondi quasi del tutto separati. Scrivere libri dà più libertà, permette di approfondire meglio gli argomenti, di studiarli, di elaborare una storia in modo completo, con tutti i tempi giusti. I giornalisti oggi sono - comprensibilmente - sottoposti alla tirannia delle tempistiche molto spesso imposte dalle tecnologie.
6) Conosci il mio Blog Fuorionda News, che ne pensi ?
Sì, lo conosco e mi sembra una idea divertente. Noi giornalisti televisivi siamo abituati a incappare nei 'fuori onda'. Sappiamo che il rischio è sempre in agguato e dobbiamo stare attenti. Anche se, nel bel mezzo di una diretta, non è sempre semplice.
(Grazie a Fabrizio per la disponibilità)

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