mercoledì, maggio 13, 2009

Fuorionda e intervista all'instancabile
Roberto Tallei di Sky Tg24
VENTI DIRETTE IN VENTIQUATTRO ORE !
un giornalista da ...record


(Nel fuorionda inedito con Roberto Tallei i suoi colleghi: Gianluca Ales e Laura Ceccherini)

Assieme a Tonia Cartolano negli ultimi tempi è diventato uno dei volti più familiari di Sky. Forse perchè sta passando giornate intere in Abruzzo, dalla mattina alla sera, sempre in collegamento ogni mezz'ora con il suo Tg. Roberto Tallei ha 32 anni, laurea in Economia e Commercio, ha frequentato l’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino.


Giornalista professionista instancabile che si contraddistingue per una grande serietà, dalla battuta sempre pronta, lavora a Sky Tg24 dal 2005, dopo molti anni passati nelle radio e tv locali e dopo una collaborazione con Il Sole 24 Ore. Ora in questa intervista non esclude che il futuro possa eventualmente riservargli qualche grossa novità (ma non sgomita certo per arrivarci), ovvero passare anche alla conduzione del Telegiornale.

-Raccontaci una giornata tipo di Roberto Tallei, giornalista di Sky Tg 24. Da quando ti alzi a quando vai a letto.
Non è molto facile generalizzare, visto che questo lavoro è di per sé piuttosto vario. Comunque, in una giornata tipo, al mattino presto, dopo un’occhiata a giornali e agenzie e dopo qualche telefonata, si decide con i miei capi quale notizia seguire. Parto con operatori e mezzo satellitare e poi, sul posto, lavoro per realizzare la diretta o il servizio (più spesso tutt’e due). Se la storia ha degli sviluppi può capitare di dover fermarsi a dormire fuori. In borsa ho sempre un “kit di sopravvivenza”. Altrimenti la sera, quando libero, mi piace organizzare cene o uscire con gli amici. Oppure, se torno parecchio stanco, mi butto sul divano davanti alla tv o con un libro e non mi schioda nessuno.
-Quanto tempo rimane per la vita privata ?

Non molto, ma il vero problema è piuttosto la grande difficoltà nel poter programmare la propria vita privata. Ti può capitare un’emergenza all’ultimo minuto, così come può succedere di dover all’improvviso restare fuori casa anche per periodi piuttosto lunghi.

-Sei uno dei giornalisti di punta, adesso con il terremoto credo che per numero di ore sei quello che ne ha fatto di più.
Quando passerai alla conduzione del tg in studio o non te ne frega nulla di stare al coperto?


Il terremoto c’è stato il 6 aprile alle 3.32. Alle 4 sono stato chiamato per partire alla volta dell’Abruzzo. Sono ancora qua, anche se ho fatto dei ritorni a casa dandomi il cambio con i colleghi. Poter seguire come inviato i più importanti fatti di cronaca lo considero un privilegio oltre che una palestra non solo professionale, ma anche di vita. Per ora sto bene come sto, sono soddisfatto. Per il futuro staremo a vedere.

-Ti emozioni ancora per un collegamento in diretta o ormai non ci fai più caso?

Il brivido della diretta non c’è più da un pezzo e credo sia normale. La prima volta ero molto emozionato, poi pian piano ci si abitua. A Sky Tg24 ti possono capitare anche cinque-dieci collegamenti al giorno (nell’immediata emergenza terremoto credo di aver battuto il mio record con più di venti dirette in una sola giornata). Quella che è rimasta intatta, semmai, è l’adrenalina nel seguire eventi di particolare importanza. E per fortuna che rimane, aggiungo, altrimenti questo lavoro perderebbe tutto il suo fascino.

-Sei anche uno dei più presenti nel mio Blog sui Fuorionda. Cosa pensi dei Fuorionda e del mio Blog in particolare?

Al di là del fatto che spesso sono filmati davvero divertenti, l’interesse che suscitano mi ha fatto riflettere. Credo che faccia il paio con la curiosità che noto in giro non appena la gente vede spuntare una telecamera o un furgone satellitare. Tutti hanno grande familiarità con la tv, ma quasi nessuno conosce il lavoro che c’è dietro. Dunque scatta l’interesse, spesso anche un po’ eccessivo, per qualcosa che, alla fine, è più normale di quanto si pensi da fuori. Purtroppo è anche il problema del fare giornalismo in tv: il mezzo rischia di prendere il sopravvento sulla notizia. Comunque se il fuorionda serve per smitizzare o divertire, ben venga. Ma i giornalisti vanno giudicati per quello che fanno in onda, non fuori onda.
(Grazie a Roberto per la disponibilità.)

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