mercoledì, febbraio 03, 2010

Intervista esclusiva
"QUEI CADAVERI RICOPERTI DI MOSCHE..."
Liliana Faccioli Pintozzi ad Haiti
per Sky Tg 24


Grande professionista e grande amica di questo Blog.Liliana Faccioli Pintozzi da poco è diventata corrispondente dagli Usa per Sky Tg 24 andando a ricoprire il post che fu di Jordan Foresi, ora tornato in Italia.E tra le prime emergenze di Liliana c'è stato subito Haiti, dove è stata immediatamente inviata.Almeno due collegamenti al giorno in diretta, alle 13 e alle 22.30 per Night Line, tantissimi servizi tg e collegamenti telefonici registrati.Sky Tg 24 ha coperto in maniera dettagliata l'immane tragedia che ha colpito il paese centroamericano.Abbiamo raggiunto Liliana al suo fresco ritorno a New York e fra le altre cose ci ha detto che la sua sfida (in relazione al nuovo incarico di corrispondenza) è appena cominciata.Ecco la toccante intervista integrale.

1) Terremoto di Haiti. Raccontaci le cose, da giornalista e da donna, che ti hanno colpito di più.

I cadaveri ovunque, gettati e ammassati l'uno sull'altro, o ancora incastrati tra le macerie, parte integrante della citta' terremotata. Ricoperti di mosche, gonfi, blu. Occhi strabuzzati, lingue di fuori, pose grottesche. In tv ho mostrato una minima parte di quello che era la realta'. Per rispetto dei morti, e dei vivi. Con grandi riflessioni se mi stessi, o meno, censurando. Se non stessi in qualche modo insultando il nostro mestiere, selezionando quello che mandavo in onda. Alla fine, credo di aver trovato un buon equilibrio. Le fosse comuni, dove i morti sono trattati come rifiuti.I feriti senza speranza, rifiutati dagli ospedali, e gia' era fortunato chi ci era arrivato, in ospedale. Una mamma che all'Ospedale Generale si e' sentita dire: e' disidratato, gli dia da bere, noi non abbiamo piu' antidolorifici o antibiotici. Aveva in braccio il suo bambino, di forse 3 o 4 anni, nudo, ricoperto di ustioni. Il senso di impotenza totale, la disperazione sorda.Le baraccopoli venute su dal nulla, l'assenza completa dello stato, una rivolta che non c'e' mai stata. E a me e' parso un miracolo che si e' rinnovato per tutti e 17 i giorni in cui sono rimasta la'. Certo, c'e' stato qualche scontro, qualche saccheggio. Ma una folla di 2 milioni di persone senza tetto, e per lunghi giorni senza acqua ne' cibo, non ha mai assaltato in massa i depositi dove pure sapevano esserci gli aiuti, o il compound delle nazioni unite, o il palazzo presidenziale gia' mezzo crollato - ma pur sempre un simbolo.Riassumendo: disperazione, impotenza, costante senso del pericolo. L'odore acre dei corpi in decomposizione che ti entra sotto la pelle e non va piu' via. Ma anche la vita che va avanti: la gioia di una partita di calcio in mezzo alle baracche;lo stupore dei bimbi piu' piccoli per il press badge con foto che portavo appeso al collo - erano affascinati, dalle foto; la grande dignita' di un popolo poverissimo.



(Terribile fuorionda da Haiti: cadaveri rovesciati in fosse comuni da una ruspa)
2) Polemiche sul coordinamento dei soccorsi ed aiuti umanitari. Bertolaso ha attaccato gli Usa ed è scoppiato un incidente diplomatico. Tu dal tuo punto di vista di inviato, cosa puoi dirci?

La macchina degli aiuti umanitari e' per definizione un elefante lento e difficile da far muovere in maniera coordinata. Se mi chiedi quale fosse la situazione sul campo, ti posso dire che i primi 4-5 giorni sono passati nel caos piu' totale, anche per i danni enormi subiti dalla missione delle Nazioni Unite (quartier generale crollato, piu' di 300 'dispersi' tra il personale, i sopravvissuti anche loro, giustamente, sotto schock). Dopo le cose hanno iniziato a muoversi, dovendo pero' sempre scontrarsi con l'assenza totale del governo di Haiti. Acqua e cibo sono stati a lungo un miraggio...Se mi chiedi la mia opinione sulle parole di Bertolaso, mi limito a risponderti che a mio avviso sono state inopportune. Port-au-Prince non e' L'Aquila, Haiti non e' l'Italia. I due terremoti hanno fatto danni diversi in situazioni di partenza diverse e con bilanci finali diversi. Soprattutto: usare Port-au-Prince come red carpet diplomatico mi e' sembrato di pessimo gusto (ma questo vale per tutti quelli che ad Haiti sono arrivati, hanno fatto un giro, e poi sono scappati via.... e la lista e' lunga).

3) Dal punto di vista giornalistico hai fatto anche molti collegamenti in diretta via sat. Sei soddisfatta del tuo lavoro?

Avrei potuto fare di piu' e meglio, ma ho dato tutta me stessa. Non so se sono soddisfatta, so che di piu' non potevo proprio fare. Anche perche' mai come questa volta le condizioni di lavoro erano proibitive. Per i primi 10 giorni i collegamenti in diretta avvenivano dalla pista dell'aeroporto con un rumore infernale che due auricolari sparati al massimo non riuscivano ad attenuare; i collegamenti satellitari saltavano in continuazione; i cellulari non funzionavano, ne' lo faceva il telefono satellitare arrivato con difficolta' dall'Italia. Potevi solo raccontare quello che avevi visto, sentito, scoperto, provato. Senza rete. Spero di averlo fatto bene, mantenendo il rispetto per le vittime, e tutelando il mio diritto/dovere di informare.



4)Da Bruxelles, a New York, Haiti.Come è cambiato il tuo lavoro di corrispondente USA per Sky Tg 24?

Meno politica italiana, piu' scenari internazionali. Stessa dose di economia. Una spruzzata di Obama-mania, e occhi aperti sulle piccole grandi storie che questo paese ti puo' regalare. Una nuova sfida, appena iniziata.

Grazie a Liliana per la disponibilità.

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