Non solo Berlusconi.Quando si parla di conflitto d'interesse si pensa subito al Cavaliere di Arcore.Ma in realtà in Italia sono molteplici le situazioni nelle quali vi è un intreccio tra politica ed attività economiche.Non è esente da ciò l'informazione locale.Per definizione questa si regge sul commerciale e quindi sulle attività economiche private.Il problema sorge quando chi detiene una tv locale vuole scendere in politica o utilizza la tv per difendere/propagandare le sue attività.
Pressochè di regola infatti detenere un' emittente costituisce una seconda attività economica e mai la prima (purtroppo).
Due sono le realtà che conosco meglio, la Sardegna e la Calabria.La prima perchè ci sono nato e vi ho vissuto per la maggior parte della mia vita.La seconda, perchè vi ho lavorato, vivendoci per oltre un anno e mezzo.
Qui, sia in Calabria che in Sardegna, come del resto in tutta Italia non mancano le concentrazioni dei mezzi d'informazione in poche mani ed esistono gli interessi degli editori in politica.
Molti giornali e tv in Sardegna sono detenuti da chi svolge un'attività edilizia-immobiliare.Nulla di irregolare.Nulla da dire.Ogni attività è lecita.
In assenza di regole tutto è legittimo ed è permesso.
Berlusconi fino a quando era al potere era padrone di fatto di 3 reti private e 2 pubbliche (e ha fatto il bello e cattivo tempo), figuriamoci se qualcuno si è mai posto il problema per una tv locale.In Sardegna poi oggi abbiamo come governatore il Patron di Tiscali (che non è una tv), Renato Soru ma è indubbiamente anch'esso un forte gruppo economico.Tra l'altro tutto si può dire, ma non che non sia tenacemente impegnato nella realizzazione di quel programma con il quale aveva vinto le elezioni.
L'editore è padrone della tv, dunque è libero di fare ciò che vuole.Il conflitto nasce quando la tv, nel tg o in altri programmi, si deve occupare delle stesse attività economiche dell'editore o della forza politica/schieramento di riferimento dell'editore (nel caso appunto scenda in politica).
Reggio Calabria, città nella quale ho lavorato, è una città florida dal punto di vista giornalistico.Politicamente viva, con una forte tradizione storica di destra e con un centro-sinistra in ripresa.Il sindaco, lo vedete nella foto qui sopra, è Giuseppe Scopelliti di Alleanza Nazionale.L'emittente per la quale ho svolto l'attività di giornalista, attraverso il suo editore, lo ha aspramente criticato e lo fa anche adesso, apertamente.L'attuale amministrazione è sottoposta a critiche di fuoco.Lui del resto, il giovane sindaco, risponde e non la manda a dire.Scontro dialettico fuoribondo.E pensate che lo stesso sindaco quest'anno ha accettato nella stessa tv un dibattito condotto dallo stesso editore che ha rappresentato una sorta di vero e proprio duello (politico).3 ore di scintille per il piacere degli spettatori. Anche in questi giorni (grazie al sat siamo informati in tempo reale anche su Reggio Calabria) lo stesso editore sta tornando alla carica tuonando contro le spese a suo dire "folli" dell'amministrazione comunale per la recente "notte bianca" che si è svolta in concomitanza con quella romana.E non è un mistero per nessuno che alle prossime elezioni di maggio (in data identica alla consultazione di Oristano) i due si potrebbero sfidare, stavolta non più in dibattito televisivo, ma nella competizione elettorale-amministrativa per lo scranno di sindaco.
A Reggio tutti sanno che l'editore di RTV, il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo ha legittimi interessi nel campo sanitario: è proprietario del più grande ed efficiente laboratorio di analisi private della città, è stato Assessore comunale nella giuntà del compianto Italo Falcomatà e candidato al Senato per l'Ulivo (senza successo) alle elezioni nazionali nel 1996.
Ma vorrei provare a fare un confronto.
In Sardegna al contrario non tutti sanno esattamente chi sono e quali interessi economici hanno gli editori delle tv private regional-locali.Sembra strano ma è così.La Sardegna è..più calabrese della Calabria!
Il vaccino migliore per il telespettatore è dunque quello di conoscere chi è esattamente l'editore di una tv e quali sono i suoi legittimi interessi.Quando il gioco è scoperto, trasparente il telespettatore è indubbiamente più consapevole.Spesso invece chi guarda la tv e il tg non sa chi è l'editore di quel canale e quindi la sua capacità di discernimento è limitata.
La trasparenza sarebbe il miglior atteggiamento per un editore.
La Sardegna dunque, anche se potrebbero sembrare strane queste mie parole, dovrebbe prendere esempio da chi esplicitamente difende i propri interessi anche con la propria tv.E' insomma preferibile un editore che mette anche il proprio volto (a costo di inflazionare il video) con editoriali, interviste ecc.. a chi invece agisce velatamente, tra le righe e manda avanti altri (giornalisti, direttori ..) per tutelare i propri interessi economici.
8 commenti:
Caro Andrea, non concordo assolutamente quando dici che Soru non è impegnato nella realizzazione del programma con cui ha vinto le elezioni. Anzi, mi pare proprio che stia realizzando quanto promesso: risanamento del bilancio regionale, tutela dell'ambiente, valorizzazione dell'istruzione e delle nostre risorse.
Per il resto, il tema dei conflitti di interesse è scottante e va risolto. Per 5 anni Berlusconi ha governato l'Italia pur essendo concessionario dello Stato. E' un qualcosa di inammissibile.
Caro Andry,
c'è un equivoco.
A causa di un errore nel mio testo era saltato un "non" nella frase su Soru che necambiava totalmente il senso.Infatti siamo d'accordo.La frase era "Tutto si può dire ma non che NON stia realizzando il programma".Accidenti alla doppia negazione...!
Eccome se Soru sta realizzando quanto promesso!Oltre ai punti da te giustamente richiamati, basta pensare anche alla riduzione delle servitù militari e alla chiusura (prossima) della base militare USA nucleare a La Maddalena.
Ma mi piacerbbe conoscere il tuo parere sui conflitti interesse dell'informazione in Sardegna.Di questi ho visto che ti sei occupato nel tuo blog http://andryyy.ilcannocchiale.it/.
Grazie del tuo contributo.
Ciao Andrea,
risolvere la questione sul conflitto di interessi nel panorama politico italiano (sia nazionale che regionale), è di fondamentale importanza, in gioco vi è la tutela stessa della democrazia nel nostro paese, nell’immediato e per il futuro.
Mi auguro che il programma di governo inizi ad essere rispettato, soprattutto su questo punto.
Ti mando un saluto.
Ciao Lou mogghe,
eh che posso dire di più di quello
che dici...
Mi associo.
Ciò che sta accadendo in Sardegna è gravissimo. La più grande TV e il più grande giornale sono di proprietà di un'unica persona. L'opposizione a Soru è serrata, si dà voce alla sola minoranza senza che gli esponenti del centrosinistra possano difendersi. La situazione sta diventando insostenibile.
Ciao Andry,
evidentemente il tuo riferimento è chiaro.In questo blog si parla senza infingimenti.
L'Unione Sarda e Videolina appartengono tutte e due allo stesso editore (Sergio Zuncheddu), come dici tu, che ha forti interessi economici in campo immobiliare.Questo non c'è dubbio sia un pericolo per la libertà d'informazione.
Ciò non toglie nulla, evdientemente, alla elevata qualità e professionalità di giornalisti e tecnici di questi organi d'informazione.Tra l'altro dimostrata anche in questi delicati giorni del sequestro di Bonorva.
Ma come dicevo nel mio post il problema si pone quando i media vanno ad occuparsi degli stessi interessi economico-politici dell'editore.
In questo caso quando si parla di tutela delle coste (dove questo imprenditore ha i suoi legittimi interessi) e/o di politica (il centrodestra è il suo esplicito riferimento)l'informazione che ne viene fuori è oggettivamente condizionata.
Ciò purtroppo avviene anche per altre tv e giornali locali.Non solo Videolina.
Gli esempi non mancano.
Insomma il conflitto locale d'interesse c'è.Quello che manca sono precise regole di trasparenza e limiti netti alla concentrazione dei media in una sola mano.
Caro Andrea, benvenuto nella blogosfera e - intanto - grazie per il link: vorrei poter ricambiare, ma il template di Blogosfere non lo scelgo io.
A proposito d'informazione e conflitto d'interessi. Non entrerò certo in vicende reggine, ma parlo volentieri di un quotidiano con cui ho collaborato in passato: il "Giornale", oggi di Maurizio Belpietro, editore Paolo Berlusconi. Come mai (per chi volesse riscontrare, l'indirizzo è http://www.ilgiornale.it/pag_jpg.php?ID=34538&X=500&Y=500)
questo giornale ha questo taglio? E come mai proprio un giornale con questo taglio era anche l'unico, ieri, ad avere in prima pagina (con conseguente ricaduta eccezionale di vendite e d'attenzione) tutti i nomi dei "vip" spiati da Telecom, per lo scorno di Prodi & C. che hanno dovuto imbastire in poche ore addirittura un decreto legge?
Sono così, le testate giornalistiche, come i vestiti. E non sempre portare la kefiah o lo zuccotto vuol dire qualcosa; talvolta, però, sì. Ti abbraccio, m
Che onore! Al mio Blog è arrivato Marione...
Il grande giornalista, già Mediaset, Mario Meliadò.Ciao Mario e Benvenuto!
Come sempre arguto e anche un pò criptico.Colgo l'occasione per dire una cosa che ho qui sulla punta della lingua.Quasi tutti gli organi d'informazione forse per semplificare stanno unendo due notizie distinte in una.Il caso Telecom-Rovati-Prodi e l'inchiesta della Magistratura milanese sulle intercettazioni illegali.
Risultato: scarsa chiarezza nelle news e confusione assicurata per chi legge o ascolta.
Non mi piace.Nè da giornalista, nè da telespettatore.
Sono due fatti distinti e separati.
Detto questo Mario affronti una questione..scottante.
Il decreto di ieri del governo non ha infatti convinto tutti.Abbiamo sentito le critiche di Franco Siddi dell'Ordine dei Giornalisti che lo ha definito comunque un bavaglio.
Tu dici il Giornale ha pubblicato i nomi degli intercettati avrebbe fatto dunque un'azione anche contro il suo schieramento Berlusconiano?
Ma in verità poichè tra gli spiati c'era Cesa dell'Udc in realtà la pubblicazione voleva forse dire che quello schieramento era sotto la lente abusiva di avversari.O no?
Non mi sembra che insomma questa pubblicazione signfichi che la testata di Belpietro sia indipendente.
E poi Mario sul Decreto non sono d'accordo anche dall'opposizione?
Non che un inciucio, non mi preoccupi...
Detto questo il problema intercettazioni non si risolve solo con il Decreto Legge di ieri.
Se è infatti corretto che queste intercettazioni abusive non vengano utilizzate dalla magistratura (se non per le indagini in corso, spero)e dalle parti politico-economiche, non è forse eccessivo punire la sola detenzione?
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