venerdì, maggio 15, 2009

Intervista e Fuorionda
FERDINANDO AVARINO DI CANALE ITALIA:
GIRAMONDO TUTTOFARE

(Fuorionda, gaffes e papere di Ferdinando Avarino)

E' un pò la punta di diamante dell'informazione del Nord est, quella che da tempo viaggia sul satellite e che è stata ben "allevata" da un modesto, ma gran direttore, che risponde al nome di Angelo Cimarosti. La sua emittente si chiama Canale Italia (sede centrale a Padova) e lui si occupa e fa, praticamente tutto.
Nato a Catania nel 1980, giornalista professionista dal luglio del 2007, è cresciuto appunto Padova. Si chiama Ferdinando Avarino. Il suo Blog http://castagnesullacarta.splinder.com/ per primo, si è accorto, fra le altre cose, delle singolari campagne pubblicitaria della compagnia aerea Ryanair, dove il premier Berlusconi viene sbeffeggiato per voler far "viaggiare in Europa le sue veline".

Presentati. Come nasce la tua passione per il giornalismo?
28 anni giornalista professionista da due anni, anzi “videogiornalista” come il nostro direttore Angelo Cimarosti ama definirci. Da anni ci ha istruiti all’utilizzo della telecamera e dei montaggi. Tutti i redattori sono in grado di girare, speakerare e montare in digitale i propri servizi. Davvero bello perché mi sento totalmente padrone di ciò che faccio, cosciente del materiale che raccolgo e pronto a valorizzare ciò che scrivo.
Sin da piccolo sognavo di fare il giornalista, ma non sono di quelli che si sono attivati per scrivere sul giornalino della scuola o che tenevano un diario. No, io volevo arrivare dove agli altri era negato, per poter spiegare ciò che vedevo. Ho “aspettato” una facoltà come quella di Scienze della Comunicazione. Sono stato tra i primi iscritti in Italia. Ma ho iniziato a darmi da fare subito gettandomi in ogni progetto, ora è la laurea che aspetta me da anni.

Lavoro alla redazione del telegiornale di Canale Italia. Mi occupo di tutto. Come sai, nelle strutture private non c’è una grande specializzazione. Dallo sport agli esteri, dal costume alla cronaca passando per la politica. A tal proposito conduco la trasmissione di approfondimento di attualità, Notizie Oggi, nel weekend da quando il direttore di testata Vito Monaco mi ha voluto in video per questo.
Sveglia alle 4.30. Un dramma riuscire ad avere l’attenzione per moderare gli ospiti politici e le telefonate da casa. Davvero non mi spiego come mai ci sia così tanta gente col ditino pronto a digitare i nostri numeri per intervenire già alle 6.00 in punto. Unica televisione nazionale in Italia a mandare in onda i telespettatori senza filtro, un’occasione anche per i nostri politici per avere il termometro dell’Italia.
Per il resto negli anni ho avuto diverse collaborazioni, tv locali, quotidiani e il mio grande amore, la radio. Insieme ad un gruppo di amici ho fondato la Radio Universitaria di Padova, siamo stati tra i primi in Italia dopo Siena. È il contributo che vorrei lasciare a chi viene dopo di me.



2) In una tua presentazione dichiari che “in scrittura sono un disastro”. Come riesci a conciliare questa situazione con la tua attività?
Lo dicevo perché tra i sogni nel cassetto c’è quello di scrivere un libro, ne ho diversi in mente, ma non riesco ad avere il tempo di sedermi e ragionarci.


Poi, per il mio professore d’italiano del ginnasio (i primi due anni del liceo classico), i miei temi erano veramente un vero disastro. I voti, sempre tra il cinque e il 6 e mezzo massimo. Ogni volta sbagliavo qualcosa, non ero chiaro in un punto o formulavo un pensiero in maniera eccessivamente superficiale. Al liceo (gli ultimi tre anni), è stata tutta un’altra storia. Cambiò docente e per la nuova professoressa ero un genio. Voti dall’8 in su. La verità è che ho scritto sempre alla stessa maniera, dipende dai gusti. Per fare tv devi saper scrivere e parlare. Il lavoro te lo insegna il tuo direttore e “scrivere con le immagini” è la cosa più bella che si possa fare. Ovviamente dipende dai servizi, ma è come se tu fossi un pittore. Descrivi quello che c’è nella scena. Buzzati, per raccontare l’omicidio di una prostituta partì da una rosa rossa sul davanzale, splendida e ben curata, mentre tutt’attorno nella stanza era il degrado. Un genio assoluto.


3) Per Canale Italia fai praticamente tutto. Preferisci condurre tg, tribune politiche o fare servizi? Quali le soddisfazioni maggiori di questa tua attività?
Il mio lavoro mi piace in ogni suo ambito. Mi diverto molto nelle trasmissioni di politica. Mi stanno insegnando davvero tanto. I tempi, gli argomenti, i personaggi e il modo di condurre. Cerco di non essere come un vigile urbano in tv. Non voglio solo “dirigere il traffico” degli interventi ma anche stimolare il dibattito rispettando ogni pensiero. Odio strilla e insulti. Lascio argomentare chiunque, meglio ragionare sulle cose. Gli ascolti sono ottimi e le lettere dei telespettatori mi danno forza.
Ma fare il giornalista lo si impara sulla strada. E io devo ancora consumare molto le mie scarpe.

In questi anni sono stato ovunque a Nordest per fatti di cronaca, poi in Libano con i nostri militari, a Bruxelles, in Turchia, Albania e Slovacchia. Esperienze incredibili. Ma poi penso alle volte che inzuppato di pioggia ho fatto stand up per i servizi del maltempo. O quando, per parlare di siccità guadavo fiumi solo tirando un po’ su i pantaloni. Ho corso con chi faceva jogging d’estate alla ricerca di fontane per un po’ di refrigerio. Vestito da astronauta ho provato una tuta per la riabilitazione, von il camice indosso ho lavato quadrupedi al “cane-lavaggio”. La tv è immagine e colpire l’occhio del telespettatore con un’inquadratura che attira è tutto. Se per questo devi metterti in gioco, io sono pronto, nel rispetto della notizia.
4) Rai, Mediaset, La 7 , sul sat anche Sky: in Italia che spazio c’è per un’emittente come Canale Italia ?
Penso che più c’è, meglio è, no? Maggiore è l’offerta, meglio è per tutti, se questo vuol dire reale pluralismo (che brutta parola, scusa. Ci manca solo che ora usi il termine “strumentalizzazione e par condicio”). Credo che i margini di crescita siano tanti, ma non so quanto le vedute di editori e imprenditori siano lunghe. Ragionare con l’esclusiva logica del profitto immediato garantisce solo quella che io chiamo la “Tsunami-governance”: si va dove profumano i soldi, senza pianificare e quando questi mancano, casca il palco e le telecamere si spengono. Canale Italia spero possa trovar spazio in una dimensione nazionale con una caratteristica chiara, che la distingua dal solito mondo della tv generalista ma anche dall’eccesso di elitarismo di La7. La stessa tv di Telecom ha cambiato nell’ultimo periodo. Ma con il digitale sarà una bella battaglia. L’unica speranza è che con la moltiplicazione dei canali si arrivi ad una maggiore specializzazione e non a dare libero sfogo all’intraprendenza di incompetenti.

5) Parliamo di informazione on line. Da qualche parte ho letto che sei “sfegatato sostenitore di youreporter.it”. Cos’è e cosa rappresenta youreporter? Che contributo può dare questo tipo d’ informazione?

E’ un progetto semplicemente geniale. Alcuni amici hanno dato vita a questo spazio per il citizen journalism che altro non è che l’amatore che vede qualcosa con il suo obiettivo e spera di poterlo raccontare. Se sei testimone di qualcosa, lo pubblichi, senza annacquarlo tra i gattini o i brani di trasmissioni e musica che si trovano su Youtube. Qui è esclusivamente dedicato a chi intende fare notizia. Geniale. Ormai tutti sentiamo il bisogno di documentare ciò che ci circonda grazie alle tecnologie che ci vengono incontro.

(nella foto natalizia con i colleghi Elena De Vincenzo e Lorenzo Monegato).

Un videofonino, un click ed è fatta: hai tu le immagini di una diga poco sicura, di un ponte che crolla, un cane che salva una bimba in mare. E così le metti a disposizione di tutti, free. E’ anche un formidabile strumento per le inchieste “dal basso” per quanti vogliano denunciare cose che non vanno. È un assaggio per le grandi tv che non arrivano in tempo sulla notizia ma hanno qualcuno che ha colto il momento fatidico per loro. Della mia passione hai letto probabilmente su http://castagnesullacarta.splinder.com/, mio blog che da qualche mese ho aperto per dedicare qualche riga in più a fatti che mi trovo a vivere in prima persona, nella cronaca di ogni giorno. È diventato un interessante momento di confronto con quanti leggono la quotidianità della nostra vita seduti in divano o davanti allo schermo del computer, ma vogliono parlare, studiare e capire oltre al breve spazio delle 30 righe di un quotidiano o i 90 secondi di un pezzo in tv. Da quelle pagine elettroniche per primi ci siamo indignati per gli ascolti tv sul terremoto che il tg1 ha sbandierato nei giorni della tragedia; poi abbiamo scoperto la nuova campagna low-cost di Ryanair che sfrutta l’attualità, questa volta prendendosela con Berlusconi e le veline “da portare in Europa”.

6) Adori ma la radio ma fai tv. Non pensi che ormai la radio sia uno strumento superato per fare informazione?
Al contrario, ho visto una incredibile evoluzione della radio negli ultimi anni, da quando la studiavo nei banchi dell’università grazie a miti della comunicazione come Bruno Voglino e Andrea Rampello (per intenderci il primo è stato per 40 dirigente tra Rai e Mediaset, l’uomo che ha scoperto Fazio, la Littizzetto, i Guzzanti e tantissimi altri; il secondo era un regista di successo). Considera che gli ultimi dati audiradio confermano il trend costantemente in crescita degli ascolti. 38,5 milioni di italiani ascoltano la radio ogni giorno. Negli ultimi tempi è arrivata anche la telecamera davanti a microfono, piatti e parete insonorizzata. Un mix strano se ci pensi. La radio era immaginazione, lasciava sognare. Ora la si vede. Ma sta cambiando ed è sempre più un media completo e rapido. Al contrario ha ripreso grande dignità rispetto alla tv. Finalmente anche Canale Italia ha la radio. Per ora solo a Nordest ma presto si espanderà e spero di poter tornare a occuparmi anche di quella. Il fascino che per me ha la radio, non lo potrà mai avere nessun altro mezzo.

(Grazie Ferdinando per la sua disponibiltà e anche per averci inviato i suoi fuorionda)

1 commento:

Anonimo ha detto...

che bello che è!