venerdì, giugno 19, 2009

la decisione del Garante della Privacy
"27 FOTO VIETATE, 16 NO"
" Villa Certosa è area di rilevanza pubblica
replica il fotografo

Arriva un primo articolato giudizio sulle fote dei festini nella villa del Premier Berlusconi.Alcune foto rimangono "vietate" (divieto aggirato con la pubblicazione su El Pais) altre all'esterno della villa invece possono essere pubblicate liberamente.Rimane aperto ancora ovviamente il relativo procedimento penale presso il Tribunale di Tempio in Sardegna.E le foto contestate intanto da tempo hanno già lasciato l'Italia.



Nel mio post potete leggere integrali i due comunicati ufficiali del Garante della Privacy e il commento del fotografo sardo.
Garante privacy: divieto di diffusione per le foto all'interno di Villa Certosa,

nessun intervento per le altre

È illecito riprendere e diffondere immagini di persone all'interno di una privata dimora senza il loro consenso e utilizzando tecniche particolarmente invasive.

Lo ha ribadito il Garante che ha deciso in merito alle 43 foto oggetto della segnalazione presentata dal legale dell'on. Silvio Berlusconi.

Di queste foto, 27 sono risultate realizzate, per ammissione dello stesso fotografo, da luoghi esterni al parco ma mediante particolari strumenti tecnologici. Le foto, raccolte all'insaputa degli interessati, ritraggono persone all'interno del parco di Villa Certosa o delle abitazioni ivi esistenti, in situazioni ordinarie di vita privata o di normale attività di relazioni sociali o in atteggiamenti tipici del contesto di vacanza e di relax.

L'Autorità ha, pertanto, dichiarato queste foto illecite perché realizzate in violazione delle garanzie poste a tutela del domicilio e dei principi stabiliti dalla normativa sulla privacy, e ne ha vietato, a chiunque ne venga in possesso, l'utilizzazione e la diffusione.

L'Autorità ha conseguentemente vietato, inoltre, la diffusione di ulteriori immagini riprese dal fotografo, solo limitatamente a quelle aventi oggetto e contenuto simili a quelle esaminate dal Garante, realizzate con le medesime modalità e relative al medesimo luogo.

Il Garante non ha invece ravvisato alcun motivo di intervenire per le rimanenti 16 immagini sottoposte al suo esame, in quanto acquisite in luoghi pubblici (un aeroporto) o aperti al pubblico (un villaggio turistico).

Roma, 19 giugno 2009



La reazione di Antonello Zappadu
Era scontato. Non comprendiamo il trionfalismo di Ghedini. In buona sostanza riteniamo che il garante abbia deciso, ancora una volta, di tutelare la privacy dei 100 ettari di parco della villa Certosa, solo ed esclusivamente quando queste foto non siano di gradimento del padrone di casa. Se nel motore di ricerca Google si volesse linkare, alla voce immagini, le parole Villa Certosa, salterebbero fuori 69mila foto disponibili. Fondamentalmente perché quella non è tanto la residenza privata del premier, ma di fatto una delle sue logistiche preferite per incontri di tipo internazionale e di rilevanza statuale e governativa. Anche per questi motivi i giudici del tribunale di Tempio, a suo tempo, decisero che non si potesse procedere per gli abusi edilizi perpetrati in quell’area, vista appunto la rilevanza pubblica e statuale di un sito comunque utilizzato anche a fini di rappresentanza. Insomma circa 70mila foto, pubblicabili. Tutte meno quella trentina di Zappadu (del 2007 e del 2009) sfuggite finora al controllo della censura e del sistema repressivo della libertà di stampa dell’attuale establishment italiano. Paradossale, al riguardo che vengano proibite le istantanee di Villa Certosa (zona, come detto sopra, non tanto privata) mentre sia possibile pubblicare le foto della cosiddetta zona Villaggio-Residence, comunque privata come Villa Certosa, ma di cui ancora si è scoperto il proprietario. Noi ci atterremo come doveroso alle leggi ed alle direttive di un Garante (sempre e comunque di nomina “regia”) o di una delle tante Procure che per esempio, sanciscono la mancanza di reato anche quando si faccia scempio del bene pubblico per sollazzi privati: che si tratti di aerei dell’Aeronautica o del Sistema di Sicurezza per il premier garantito dai nostri militari o Carabinieri a Villa Certosa, anche quando si tratti di festini o sfilate in decolté di giovani ragazze. Noi ci adeguiamo, ma se all’estero quasi tutti i paesi del mondo civile non intendessero farlo, non dipende più dalla nostra volontà. Abbiamo detto e ribadiamo di non avere da tempo, nelle nostre disponibilità, i tanti scatti oggetto del contendere. Può anche essere che il sistema censorio italiano (Procure, Garante, Lodo Alfano e quant’altro) possa trovare l’antidotto al virus internazionale della libertà di stampa. Se sarà così, ne prenderemo atto, quantomeno per la tranquillità e la salute del nostro Presidente del Consiglio e del suo entourage. Se non sarà così, ad adeguarsi, stavolta dovranno essere loro.
Salvatore Zappadu
Portavoce del fotografo Antonello Zappadu

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